Una delle domande più digitate sui motori di ricerca che vede gli “esperti” di caffè dividersi in due scuole di pensiero: quelli che consigliano di non lavare la moka, al fine di preservare l’aroma del caffè in essa contenuto, e quelli che invece ritengono che solo l’igiene possa esaltare il sapore e suggeriscono di lavarla regolarmente. È possibile affermare che la prima scuola di pensiero si basa su una leggenda metropolitana: una moka non lavata, infatti, in genere non preserva l’aroma del caffè, ma anzi trasmette sentori che con il caffè non hanno niente a che vedere, come quello di bruciato o addirittura di rancido.
La moka dunque va lavata, per evitare che i grassi e gli oli generati dalla preparazione del caffè rimangano troppo a lungo a contatto con le pareti della caffettiera; se non rimossi, infatti, subiscono un processo di ossidazione dando vita a quelli che, poi, chi beve percepisce come sapore e odore di rancido.
Al contrario di quanto sostiene la tradizione popolare, è solo pulendo al meglio la moka che si consente al caffè di sprigionare al massimo il suo profumo e il suo sapore, che non viene alterato dal deposito di “sporco” derivante dai vecchi caffè. Come si lava la moka, dunque? L’ideale sarebbe farlo quotidianamente, dopo ogni caffè preparato, in modo da evitare che lo sporco si accumuli rendendo più laboriose le operazioni di pulizia. Per lavare la moka è bene optare per prodotti sgrassanti, meglio se naturali, a pH neutro e non profumati, per evitare che l’odore del detergente vada poi a sovrapporsi a quello del caffè